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La Missione 'Alba' e la costruzione dell'Albania democratica

机译:阿尔巴特派团和民主阿尔巴尼亚的建设

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摘要

più incandescente. Si stima infatti che da uno a due miliardi di dollari (dal 50 al 100% del PIL) (1) siano spariti con il sistema della "piramide finanziaria", messo in piedi da speculatori legati alla criminalità organizzata. Tra gennaio e febbraio 1997, decine di migliaia di cittadini esasperati si riversarono per le strade, da Tirana a Valona, a Durazzo, e le manifestazioni divennero ben presto occasione dì saccheggio, di "risarcimento fai da te", di giustizia spicciola e vendette private. La risposta istituzionale fu tanto energica quanto maldestra, avendo scelto di reprimere duramente le proteste di piazza con le cariche della polizia. Un gesto che aumentò l'esasperazione dei cittadini, già duramente provati. In marzo, la rabbia popolare raggiunse il limite e numerose bande improvvisate di ribelli assaltarono i depositi di armi dell'esercito e della polizia, impadronendosi di pistole, fucili e munizioni; il governo decretò lo stato d'emergenza, e di questo caos approfittò largamente la malavita locale, che in un certo senso si sostituì allo Stato, controllando di fatto la vita quotidiana nella parte centromeridionale del Paese, mentre a Nord vìgeva uno stato di paurosa anarchia, dove bande armate (i cosiddetti "comitati di salvezza pubblica") di trafficanti e contrabbandieri terrorizzavano la popolazione costretta alla fame. In questo quadro desolato, riprese con maggior vigore l'emigrazione verso l'Italia, controllata dalla malavita albanese. Alla fine degli scontri, le vittime sul terreno erano 2.500 (2). Il premier Meksi si dimise il 2 marzo (sostituito dal socialista Bashkim Fino), e a fronte del caos in cui era precipitato il Paese, la comunità internazionale decise dì intervenire per arginarne la deriva. Su sollecitazione dell'OSCE (ma dopo un preciso appello da parte italiana), il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite adottò la risoluzione 1101/1997, che autorizzava l'Italia a guidare la Forza multinazionale di protezione (FMP) in Albania, costituita anche da contingenti di Francia, Turchia, Grecia, Spagna, Romania, Austria, Danimarca.In un secondo momento, il Belgio e la Slovenia contribuirono con un distaccamento sanitario e il Portogallo fornì un velivolo da trasporto Cargo C130 (3). Complessivamente, la Forza Multinazionale di Protezione impegnò mediamente 6.319 uomini, che raggiunsero il massimo dell'organico con 7.177 unità (4). L'Italia esercitò la sua funzione tramite il Comando Operativo Forze d'Intervento in Albania (COFIA), organo di staff dello Stato Maggiore della Difesa (5). Quadro di riferimento giuridico, il Cap. VII dello Statuto delle Nazioni Unite che riconosce ai soggetti impegnati il diritto di ricorrere alla forza per autodifesa, per protezione della missione, per la libertà di movimento. Non fu tuttavia una missione d'intervento armato, bensì ebbe carattere prevalentemente logistico. Rientrava comunque nell'ambito di quelle missioni a carattere propriamente militare e rappresentativa del prototipo di una delle mis- Da allora sono passati oltre venti anni, e l'Albania ha compiuto notevoli passi avanti nel consolidamento della democrazia e nella modernizzazione industriale. Ma le fondamenta di questo processo furono gettate in quei giorni, anche grazie alla presenza dell'Esercito Italiano. Fu un cambio di mentalità di portata storica, l'Albania cominciò a sentirsi osservata dall'Europa e dal mondo, capì di dover rendere conto delle sua azioni di governo, in un'epoca in cui la democrazia, almeno in Eu- ropa, è parte inscindibile del processo politico. Tuttavia, l'impegno italiano non venne meno al termine della Missione "Alba", perché tramite un Protocollo firmato a Roma il 28 agosto del 1997 dai ministri della Difesa italiano e albanese, prendeva avvio la missione bilaterale DIE (Delegazione Italiana di Esperti) a sostegno delle Forze Armate albanesi nel processo di adeguamento delle proprie strutture a modelli NATO compatibili.
机译:白炽灯。据估计,由与有组织犯罪有关的投机者建立的“金融金字塔”系统消失了1至20亿美元(占GDP的50%至100%)(1)。在1997年1月至2月之间,成千上万的激怒公民涌入街头,从地拉那到瓦罗纳,再到杜勒斯,示威很快就变成了掠夺,为自己做补偿,为小冤大帝和私人仇杀队。机构的反应充满活力,笨拙不堪,他们选择以警察的指控镇压街头抗议。一种已经引起人们极大愤怒的手势,已经经过了严厉的尝试。 3月,民众的愤怒达到了极限,许多临时叛军团伙抢劫了手枪,步枪和弹药,冲进了军队和警察的武器库;政府宣布紧急状态,而当地的混乱局面在很大程度上取代了该州的局面,有效地控制了该国中部和南部的日常生活,而北部则处于令人恐惧的无政府状态在这里,贩运者和走私者的武装团伙(所谓的“公共救助委员会”)将挨饿的人口吓到了。在这种荒凉的背景下,由阿尔巴尼亚黑社会控制的移民重新恢复了活力。冲突结束时,当地的受害者是2,500(2)。总理梅克西于3月2日辞职(由社会主义主义者巴什基姆·菲诺(Bashkim Fino)取代),面对该国陷于混乱的混乱局面,国际社会决定采取干预行动,以遏制这场漂移。应欧安组织的要求(但在意大利方面的特别呼吁之后),联合国安全理事会通过了第1101/1997号决议,该决议授权意大利领导阿尔巴尼亚的多国保护部队(FMP),来自法国,土耳其,希腊,西班牙,罗马尼亚,奥地利,丹麦的特遣队,比利时和斯洛文尼亚后来派出了一支医疗支队,葡萄牙提供了一架货运C130运输机(3架)。总体而言,多国保护部队平均雇用了6,319名人员,达到了最大人数,拥有7,177个单位(4)。意大利通过国防总参谋部阿尔巴尼亚作战指挥部介入部队(COFIA)行使职能(5)。法律框架,《联合国规约》第七章,承认有关人员有权诉诸武力进行自卫,保护特派团和行动自由。但是,这不是武装干预任务,而主要是后勤性质。但是,这是纯粹的军事性质的特派团的一部分,也是其中一个特派团原型的代表,从那时起二十多年来,阿尔巴尼亚在巩固民主和工业现代化方面取得了长足的进步。但是,由于意大利军队的到来,这一进程的基础就在那时奠定了。这是一种思想上的历史性变化,阿尔巴尼亚开始感到被欧洲和世界所观察到,并理解它必须考虑其政府行为,在这个时代,至少在欧洲,民主是政治进程不可分割的一部分。然而,意大利的承诺在“阿尔巴”任务结束时并未失败,因为通过意大利和阿尔巴尼亚国防部长于1997年8月28日在罗马签署的议定书,启动了双边DIE(意大利专家代表团)任务)支持阿尔巴尼亚武装部队调整其结构以适应北约兼容型号。

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