Con la crisi finanziaria internazionale e il recente calo dei prezzi dell'energia, il cambiamento climatico è sparito dal dibattito pubblico. Presi dalle preoccupazioni per i nostri risparmi o per la crisi economica, tendiamo a dimenticarci del riscaldamento globale e delle sue inevitabili conseguenze. Quando si tratta di problemi che riguardano il futuro e non ci toccano direttamente il portafoglio, spesso la politica non è in grado di dare risposte adeguate. Ma come si è reagito velocemente alla crisi finanziaria, così si dovrebbe fare anche per il cambiamento climatico: i leader mondiali dovrebbero prendere una decisione coraggiosa e mettere a punto un piano concreto di intervento internazionale. Da anni abbiamo perso la consapevolezza dell'energia che consumiamo. Le generazioni precedenti potevano contare essenzialmente sulla forza muscolare dell'uomo o degli animali. Fu con l'avvento dell'energia di origine fossile che si verificò un aumento dei consumi incontrollato. Oggi consumiamo enormi quantità di energia, ma non siamo affatto consapevoli di quanta ne sprechiamo. E quando temiamo di non poterci più permettere l'energia fossile, o improvvisamente ci rendiamo conto che le riserve stanno per finire, cominciamo a pensare a complesse soluzioni ad alta tecnologia, come il nucleare. Ma se prendiamo sul serio la sfida energetica del nostro tempo, c'è bisogno di un deciso cambiamento di prospettiva.
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