In meno di 200 pagine, il prof. dr. Giavarini, cattedratico di Chimica industriale nella Facoltà di ingegneria alla "Sapienza" tratteggia brillantemente e compiutamente un argomento di grande attualità, anche se già noto dal punto di vista strettamente scientifico. Per il debito rispetto dovuto ai pionieri della scienza va ricordato che la possibile esistenza di "idrati di gas" data da circa due secoli; fu infatti nel 1810 che H. Davy scoprì la prima di tali sostanze: il complesso tra acqua e cloro, un clatrato, come si accertò successivamente. A generalizzare l'esistenza di molti di tali complessi - tra i quali gli idrati degli idrocarburi (i saturi CH_4-> C_3H_8, e altri) - arrivò Villard nel 1888. Dopo queste e altre informazioni di carattere storico, presentate nei primi due capitoli, il testo contiene, nei capitoli tra 3 e 10, tutto quello che non si può ignorare sulla fisica, la chimica nonché la disponibilità, l'abbondanza, le possibili utilizzazioni dei gas contenuti negli idrati. Per quanto attiene specificamente all'idrato del metano, il libro ne sottolinea la utilizzabilità - fin'ora non realizzata - quale materia prima energetica. E' accertato infatti che la maggior parte del metano esistente sulla Terra si trova sotto forma di idrati; si tratta di quantità enormi, che farebbero di tale gas la fonte energetica "fossile" principale.
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