I linfomi furono tra i primi tumori dimostratasi curabili dalla sola radioterapia o dalla combinazione di chemioterapia e radioterapia, ma l’aumentato rischio di neoplasie secondarie nei sopravvissuti sembra essere il prezzo del successo di questi trattamenti. In particolare, il carcinoma mammario è la neoplasia di più frequente riscontro. In letteratura sono riportate numerose segnalazioni di neoplasie insorte in soggetti affetti da linfoma di Hodgkin, ma poco è riportato su neoplasie insorte in soggetti affetti da linfoma non Hodgkin.udPer la particolarità della patologia e le difficoltà incontrate nella diagnosi, vogliamo riportare il caso di un carcinoma duttale infiltrante della mammaella insorto in una giovane donna già trattata per linfoma non Hodgkin insorto in età pediatrica.udLe donne sopravvissute a linfomi comparsi in età pediatrica hanno un rischio maggiore di sviluppare un tumore mammario se comparato a quello della restante popolazione e sono ad alto rischio di lesioni bilaterali. Molti studi hanno dimostrato che il rischio di sviluppare un carcinoma mammario secondariamente a trattamento radioterapico per linfoma di Hodgkin inizia a crescere tra 5 e 9 anni, aumentando drammaticamente dopo 15-19 anni dal completamento della radioterapia.udI programmi di screening dovrebbero iniziare più precocemente nelle donne già affette da linfoma e dovrebbero includere l’ autopalpazione ogni mese, iniziando dalla pubertà, un esame clinico ogni 6 mesi, un esame ecografico ogni anno e un esame mammografico ogni 2-3 anni. Nelle pazienti ad alto rischio è consigliato un riscontro istologico in caso di lesioni sospette.
展开▼